Lo stile galante è uno stile musicale affermatosi nella prima metà del XVIII secolo, nel periodo del Classicismo, che realizza un ritorno alla semplicità classica dopo la complessità del tardo-barocco. Questo significa pura musica senza ornamenti, diminuzione di importanza della polifonia, e ritorno alla supremazia della melodia. In definitiva una reazione contro la musica barocca del XVIII secolo.
Nello stesso periodo alcuni compositori si accingevano a scrivere per un gruppo fino ad allora inesplorato ma che avrebbe avuto uno straordinario successo nei secoli avvenire : il quartetto d’archi inteso nell’accezione che poi sarà gioiello del classicismo, 2 violini, viola e violoncello. Ed ecco i primi quartetti per archi in Germania con la famiglia Stamitz, Telemann e C.P.E.Bach, in Italia con Boccherini, Giardini, Sammartini, Galuppi, in Inghilterra J.C.Bach e K.F.Abel.
Il Ludus quartet ha il desiderio di eseguire, su strumenti d’epoca, la grande musica da camera per archi di questo periodo, cercando di riscoprire e valorizzare, allo stesso tempo, le composizioni di autori meno noti.
I componenti di Ludus quartet credono che ci siano ancora da esplorare e scoprire importanti indicazioni utili per l’interpretazione del repertorio galante e classico in maniera storicamente informata, attraverso lo studio diretto e comparato delle fonti (trattati e scritti dell’epoca).
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Il repertorio può attingere dalle pagine più rappresentative dei compositori che per primi si sono confrontati con questo organico :
Giuseppe Maria Cambini, L.Boccherini, F.Giardini, G.B.Sammartini, B.Galuppi, K.F.Abel, J.C.Bach, J.Stamitz
Il Ludus quartet presenta i Quartetti di Giuseppe Maria Cambini, Luigi Boccherini e Pietro Nardini. I tre compositori sono accomunati da sorte comune e possono essere considerati i padri del quartetto moderno : assieme al Maestro di Cambini, Filippo Manfredi, formavano nel 1767 il primo quartetto stabile di cui si abbia conoscenza. Infatti in un articolo sulla Allgemeine musikalische Zeitung del 1804 è lo stesso Cambini che racconta di quella prima esperienza quartettistica. Il cosiddetto “quartetto toscano” alimenta fino ai giorni nostri il mito che il quartetto d’archi è nato in Italia grazie a questi musicisti toscani.
Il violinista e compositore Pietro Nardini nacque a Livorno il 12 aprile 1722 e fin dalla più tenera età apparve dotato di grande talento musicale. Il dott. Charles Burney, primo musicologo della storia, così scrisse di lui nel 1770 (The present State of Music in France and Italy, London, 1771):
“Il suono di Nardini è sostenuto e dolce; non molto potente, ma chiaro e sicuro; egli possiede una grande capacità di espressione nei suoi movimenti lenti […] Per quanto concerne l’esecuzione egli soddisferà e piacerà piuttosto che sorprendere; in breve, sembra essere il più completo violinista di tutta l’Italia […] ed il suo stile è delicato, giudizioso, ed altamente raffinato.”
Luigi Boccherini, nato a Lucca nel 1743, ebbe una vita particolarmente movimentata e la sua bravura di violoncellista lo condusse in fortunate tournées in Italia e altrove, particolarmente in Spagna. La musica di Boccherini s’impone per la freschezza e la varietà melodica e per la finezza e l’eleganza delle idee, in un’armoniosa scorrevolezza discorsiva. In particolare nei quartetti d’archi sono racchiusi gli elementi caratteristici dell’intera opera del maestro di Lucca: l’organicità e l’animata giocondità delle figurazioni; una sincera vibrazione sentimentale nei tempi lenti; una giovanile brillantezza negli stacchi ritmici dei movimenti allegri.
Giuseppe Maria Cambini (1746-1825), virtuoso violinista livornese, concentra la sua attività soprattutto a Parigi. In più di un occasione incontra Mozart, il quale rimane colpito dalle composizioni del collega italiano e in particolare ne elogia i suoi quartetti. Mozart, in una delle sue lettere al padre, racconta di aver accidentalmente messo in cattiva luce il collega Cambini, ma senza volerlo. In particolare a Mannheim ha potuto ascoltare i quartetti del Maestro italiano rimanendone piacevolmente sorpreso. Scrive che è musica molto graziosa e che ha rivolto a Cambini i suoi complimenti. A Parigi deve suonarne uno a memoria ma non se lo ricorda e lo improvvisa. Avrà pasticciato la musica dell’italiano? Questo avrebbe forse scosso Cambini che era presente all’esecuzione. Il fatto è che Mozart, e lo dice lo stesso compositore, non ha saputo suonare bene un quartetto del collega.
Il Ludus quartet affronta questo repertorio cameristico con una specifica ricerca che porta all’esecuzione storicamente informata dei quartetti per archi.
Programma
F. Manfredi (Lucca 1731 – Lucca 1777) – Notturno La Buona notte per 2 violini
P.Nardini (Livorno 1722 – Firenze 1793) – Quartetto n.6 in mi bemolle maggiore
Allegro; Comodo.
L.Boccherini (Lucca 1743 – Madrid 1805) – Quartetto op.2 n.2 in si bemolle maggiore
Allegro non tanto; Largo; Fuga con spirito.
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G.M.Cambini (Livorno 1746 – Parigi 1825) – Quartetto n.3 in si minore
Allegro affettuoso; Andante sostenuto;
Minuetto – allegretto risoluto;
Scherzo fugato – allegretto vivace